Casal Bertone è il nome della zona urbanistica 5a del IV Municipio. Esteso sul quartiere Tiburtino questo casale cominciò a popolarsi sul finire degli anni Venti. I primi edifici sorsero, nel 1926, in virtù di una variante al Piano Regolatore del 1909 che prevedeva l’edificazione di case popolari, realizzate da privati ma anche da società statali quali le Ferrovie o la Società dei Tranvieri.
Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, Casal Bertone venne colpito dai bombardamenti e, sebbene non vi furono vittime civili, subì molti danni agli edifici; uno dei quali, parzialmente crollato, era ancora visibile nel 2006, in via Baldissera, finché non iniziarono i lavori di ricostruzione e restauro.
Con la fine della guerra, venne ultimata la chiesa parrocchiale Santa Maria Consolatrice. Durante le indagini preventive per la costruzione della TAV Roma/Napoli, nel 2007, sono stati rinvenuti i resti di una fullonica (conceria) del II-III secolo, quelli di un basolato, probabilmente appartenenti all’antica via Collatina, e 5 tombe della tarda età repubblicana (colombari).
Il quartiere prende il nome da un Casale, sul finire del primo ventennio del secolo scorso, era conosciuto come Casale o Vaccheria Bertone, dal nome del proprietario. Ma c’è chi sostiene, invece, che “bertone” derivi dal nome del manto dei cavalli, detto appunto bertone, che lì venivano allevati.
Casal Bertone è stato anche il “teatro” cinematografico di due famosissimi film: I soliti ignoti, di Mario Monicelli, nel 1958; e Mamma Roma, di Pier Paolo Pasolini – dove la grande Anna Magnani va ad abitare con il figlio in un appartamento del “Palazzo dei Ferrovieri” riconoscibile dai cervi che sovrastano il portone del complesso. Il grande arco diventa simbolicamente l’ingresso all’intero quartiere. Ed è necessario quindi oltrepassare il deposito dell’Atac, le grandi facciate dei palazzi che lo circondano, superare il grande centro commerciale Auchan e da lì inizia la nostra passeggiata capitolina nella quale scopriamo la vita che brulica dentro questo quartiere intensivamente popolato.
Addentrandoci nel quartiere, vediamo in lunga prospettiva dei grandi palazzoni, ma è quando le stradine cominciano ad infittirsi che ne perdi la vista per focalizzare le innumerevoli attività che si svolgono nel quartiere: dai negozietti di frutta degli arabi, i bar in cui tutti si danno del tu, il mercatino dove si trova di tutto a pochi euro, la piazzetta che si apre inaspettatamente davanti la chiesetta di Santa Maria Consolatrice, fulcro della zona.